Povere creature

 “Povere creature”è uno di quei film che quando finisci di guardarlo non sei in grado di poter dire se ti è piaciuto o meno. Forse perché, a tratti, mentre è lì che ti accarezza, avverti il suono di uno schiaffo e con consapevolezza ulteriore anche il dolore che ne consegue. Comincia in bianco e nero e poi di colpo spennella sullo schermo una dose eccessiva di blu, variegata con quei gialli e dei rosa che rendono anche i paesaggi icone dei sogni. Bolle di sapone vengono fuori dalla bocca di un chirurgo, artefice della nascita di un Frankenstein in gonnella, aiutano a digerire le pesantezze di un avo che su di lui ha addossato, attraverso gli abusi della scienza, rendendolo a suo volta carnefice di nuovi esperimenti, quasi a voler evidenziare che tutto ciò da cui veniamo alimentati diventa automaticamente cibo da ingerire senza chiederci quanto possa essere benefico o meno. Bella, che è figlia di un pauroso intervento chirurgico, combatte tra il corpo e la testa , tra gli impulsi e le regole della società, tra i desideri e la giustizia, fino a trascinarsi nel mondo in cui l’empatia si tramuta in rabbia. Profondità e leggerezza che fanno a botte in un viaggio di crescita e conquista della propria consapevolezza che tra una perversione ed un’altra lascia aperta la strada del positivo messaggio secondo cui “ se si deve proprio annegare che sia nel fiume dell’amore”. Se cercate solo la leggerezza vi consiglio di lasciar perdere ☺️RDI ♥️

8 febbraio 2024












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