Articolo 31

Da sempre, ogni volta che mi ritrovavo ad ascoltare una canzone degli Articolo 31, puntualmente, mi tornavano alla mente gli anni universitari, per cui non nego che li ho sempre associati ad un momento bello della mia vita. E mi dispiaceva non saperli più insieme, complici in tutto. Ma poi il tempo aiuta. Aiuta a comprendere gli errori, le manie di protagonismo di cui soffriamo, le convinzioni da cui non ci scostiamo, ed così che spontaneamente ci si ritrova a chiedere scusa, a riportare alla luce i reperti di un’amicizia che aveva tante qualità ed era preziosa quanto l’oro. Il bello è anche la reciprocità di questo perdonarsi, perché qualche volta si è pronti da una parte ma non lo si è dall’altra, non ci si ritrova sincronizzati sugli orari dei condoni amichevoli. Loro invece ci hanno stupiti. Hanno oltrepassato il muro che si erano costruiti, lo hanno demolito, ed hanno coltivato un prato verde su quell’area devastata dall’odio combinato con quei sentimenti di un unico colore, il nero. E su quel prato vi hanno gettato i semi di una rigogliosa pianta che sta nascendo emettendo suoni di una musica che da speranza. Speranza di sapere che anche nei cuori più duri si potranno gettare i disincrostanti più efficaci a far riemergere la sensibilità del muscolo della vita. ♥️RDI 

“E poi

Ci siamo odiati davvero,

Lei t’ha lasciato e ridevo,

Tua mamma è volata in cielo

E al funerale non c’ero.

Un uomo è come il vino

Il tempo lo impreziosisce,

Invece quello cattivo

Invecchiando si inacidisce.

Quindi che l’orgoglio si fotta,

Siamo stati due coglioni infatti funzioniamo in coppia.

Nella vita gli amici li scegli,

Noi siamo quelli

Che si vogliono bene anche quando si fanno la guerra,

Come i fratelli” ♥️♥️♥️♥️











Foto dal web

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