Ti amo di bene

L'altro giorno, mentre mio figlio era intento a smanettare con il suo cellulare, 
ho intravisto una frase: 
Ti amo di bene! 
Leggendola ad alta voce ho subito scatenato il suo "di che ti meravigli! Se devo dire ad un'amica che le voglio un mondo di bene, uso questa frase. Noi giovani diciamo così".
Dopo aver superato la fase, "oddio, questa è la stessa risposta che davo ai miei genitori meno di trent'anni fa ... Il tempo é trascorso così in fretta che mi sembra quasi ieri ... e tutte le menate a seguire", 
ho davvero realizzato quanto siano importanti quelle parole, 
ordinate in quel modo.
Sì, perché si può voler bene talmente tanto a qualcuno,
fino al punto di amarlo, 
ma non nel senso dell'amore fatto da batticuore e desideri.
Si può amare qualcuno che non sia un genitore, o un figlio, 
o un fratello, o una sorella, o un fidanzato, o una moglie, 
perché gli si vuole bene ... 
E gli si vuole bene, 
fino al punto da comprendere i suoi pensieri 
anche quando non li condividi, 
fino al punto da accettare ogni piccolo difetto, 
fino al punto da preoccuparsi che stia bene, 
fino al punto di dire qualsiasi cosa che gli faccia tornare il sorriso, 
fino al punto di rinunciare ad un pezzo di torta per placare i suoi sensi di fame.
I ragazzi di oggi hanno imparato, come gli inglesi e i francesi, 
ad abbracciare, con il termine amore, altri modi di voler bene.
E non solo, hanno sfondato i muri dell'imbarazzo, 
hanno buttato giù le barriere fatte di timori, di timidezze
che troppo spesso non ci hanno permesso di dire un "ti amo di bene" a chi davvero doveva riceverlo!
Nella superficialità che noi adulti recepiamo a causa della loro totale immersione nel mondo tecnologico, fatto di social network e di astratti rapporti umani, sono riusciti ad individuare, o meglio a fotografare, un cuore disegnato come una cassettiera, in cui custodire, separatamente, ed ordinatamente, ogni tipo di amore.

Roberta



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