SOGNO, REALTA’ E ILLUSIONE.
Nel cuore del
maestoso Oceano Vita, tra le variopinte barriere coralline, esisteva un’isola popolata
dagli esseri umani plasmati dal Dio Reilso, chiamata Realitas.
La storia della
creazione, scritta tra le pagine dei libri antichi rinvenuti nei siti
archeologici, narrava che il Dio Reilso, in una noiosa e solitaria giornata
della sua vita, ebbe la geniale idea di realizzare, con del fango trovato nel
giardino della sua casa, un’enorme costruzione dalla forma tendenzialmente conica:
ma sarà stata la stanchezza, sarà stata la monotonia di vita che conduceva, si
ritrovò, con totale insoddisfazione, a gettare la sua opera nelle profonde
acque dell’oceano situato al di sotto della sua abitazione.
Quando la mattina
seguente, alle prime luci dell’alba, uscì nel giardino con l’intenzione di
mettere acqua ai suoi screziati fiori, gettando lo sguardo in basso, provò ad
un tratto un velo di ripensamento: un piccolo desiderio infantile, custodito
per anni all'interno della sua geniale scatola cranica, lo esortò a sfruttare
l’apparente plastico che galleggiava nelle acque oceaniche, così da realizzare un
mondo simile a quel Lego con cui, per anni, aveva riempito le sue giornate ed aveva anestetizzato il profondo malessere di solitudine di cui soffriva!
Fu così che cominciò
a frugare tra le scatole accatastate nella cantina, negli angoli della
soffitta, all'interno della dispensa, nei cassetti dei comò, con l’intento di
recuperare oggetti e materiali utili per la costruzione di un mondo animato.
Con un pugno di
fango avanzato, qualche filo di cotone ed un soffio del suo alito, pensò bene
infine di tradurre in realtà quelli che sarebbero stati gli abitanti
dell’isola.
Una volta finito il
suo geniale progetto, si sistemò su una comoda sdraio in giardino, si munì di
un bicchiere stracolmo di Mojito e cominciò a godersi, in prima fila, il "My Isle" del suo fantastico mondo.
Accortosi però che
gli isolani erano soliti lasciarsi affliggere da un comune male denominato “Insoddisfazione”,
si ingegnò, di tutta fretta, a risollevare gli umori dei suoi “figliocci”: fu
così che venne creata la seconda isola chiamata Somnium, concepita alla scopo
di offrire agli abitanti di Realitas la possibilità di soggiornarvi ogni volta
che lo sconforto prendesse il sopravvento sulle loro vite.
Il Dio Reilso,
compiaciuto per la sua genialità, tornò a riaccomodarsi nel suo giardino per
assistere allo spettacolo di quel reality: la partecipazione emotiva alla vita
degli isolani lo rendeva particolarmente
entusiasmato, ma quando si accorse che una grossa fetta di popolazione era affetta
da un male più profondo, denominato “Ingratitudine da Insaziabilità”, provò un
vago stato di perfidia e decise di
rivalersi creando un’altra terra.
Sembrerebbe
pazzesco, ma a questo punto della storia, ogni antico testo che fu rinvenuto, risultava
incompleto: era come se qualcuno, intenzionalmente, avesse strappato via quelle
pagine per non dare alcuna possibilità ai posteri di riesumare l’autenticità
degli avvenimenti circa la creazione della terra misteriosa.
Anni di ricerche e
di studi, non riuscirono mai a riportare alla luce un finale: il prosieguo dei
fatti divenne, così, da allora, fonte di numerose leggende metropolitane.
Ognuno raccontava la
sua fantasiosa opinione: c’era chi diceva che la terza isola era un mondo di
salvezza, c’era chi invece sosteneva che fosse un mondo malvagio e c’era addirittura
chi vendeva l’anima al diavolo pur di partire.
Leggende a parte, un
fatto era certo: dei coraggiosi pionieri che avevano preso il largo, solo in
pochi avevano fatto ritorno a casa e non erano soliti dare molto fiato ai loro
pensieri.
Una buona parte
degli “Ulissiani”, infatti, viveva in maniera diffidente, quasi timorosa,
mentre, quei pochi che esprimevano le loro idee, mettendo in guardia il resto
della popolazione, rischiavano di essere presi in giro o addirittura di
sentirsi rispondere frasi del genere “non è detto che siccome a te è andata
male, dovrà andar male anche a me”, “sei solo un pessimista” e via dicendo.
Leonardo, che per
natura era un tipo scettico, non aveva mai dato peso alle chiacchiere dei suoi
conterranei ma ancor di più non aveva mai edificato un pensiero di mera
curiosità sull’isola misteriosa.
La quotidianità, la
casa, il lavoro, la famiglia e gli affetti rendevano la sua vita
tendenzialmente appagante.
Ma così com’era
accaduto per la stragrande maggioranza dei Realitasiani, arrivò un giorno in cui
il male dell’Insoddisfazione si impossessò dell’animo del ragazzo: avvertiva un
senso di malessere, si sentiva stanco, annoiato, demoralizzato e del tutto
infelice.
In preda ad un
momento di totale sconforto, si ritrovò all'interno dei locali della famosa
Agenzia di Viaggi “Viregaleremoilsogno” con l’intenzione di prenotare un biglietto
che avesse come destinazione l’isola di Somnium.
“E’ la prima volta
che parte?”, domandò la spigliata promotrice che lo accolse al bancone mentre
era intenta a trascrivere sulla tastiera del computer i dati dei documenti che
Leonardo le aveva consegnato.
Quando lui la
informò che non aveva mai lasciato prima di allora la sua terra, la ragazza si
apprestò a consigliarlo sul pacchetto ideale da prenotare: “Mi dia retta signor
Misonoperso, il Fully Supported è il nostro miglior prodotto per chi come lei
intraprende per la prima volta un viaggio verso l’isola dei sogni. È un po’ impegnativo ma mi creda resterà soddisfatto”.
Leonardo, che
aspirava con tutto se stesso a rinvenire il sasso delle Aspettative, di cui
tutti parlavano, nascosto nel cuore della Foresta Speranza, non si fece
scoraggiare dalla proposta della simpatica promotrice ed accettò di buon grado
i suoi suggerimenti.
Non appena atterrò
all'aeroporto Believe fu accolto dall'Ambasciatrice Coscienza, addetta
all'accettazione turisti, che lo accompagnò nella sala delle Consulenze per sottoporlo
al test di ammissione per l’ottenimento del visto turistico.
Leonardo, che
fremeva all’idea di arrivare dritto dritto nel cuore della Foresta, cominciò a
mostrare un mero senso di nervosismo ogni qualvolta l’Ambasciatrice gli
rivolgeva quelle assurde domande di cui prendeva diligentemente nota.
Coscienza Interna,
che di tipi simili al Signor Leonardo Misonoperso ne aveva visti a milioni, imperterrita
lo rassicurò: “Signor Misonoperso, non c’è motivo che lei si preoccupi, questa
è solo la prassi da seguire. Quando qualcuno di Realitas arriva qui a Somnium,
non sempre, così come è evidente nel suo caso, ha le idee chiare su quale sia
il sogno. Dunque, sarebbe impensabile cercare i sassi delle Aspettative. Mi dia
retta, abbia pazienza e vedrà che in meno tempo di quanto lei crede, troverà il
bandolo della matassa che lo porterà fuori dal ginepraio della Confusione che
ad oggi le offusca la mente. Con il test d’ingresso saremmo in grado di sapere
tutto di lei in modo da poterla indirizzare verso il miglior corso a cui dovrà
partecipare. Questa sera ci riuniremo e domani mattina le forniremo tutte le
indicazioni necessarie”.
Leonardo per poco
non svenne quando sentì l’Ambasciatrice nominare quel termine “corsi”: aveva
bisogno di riposo, di relax, di pace, aveva bisogno di mettersi alla ricerca
del sasso e non era certo intenzionato a trascorrere la sua vacanza a spremere
quel poco di cervello sano che gli era rimasto.
Con l’animo affranto
si fece accompagnare nell’hotel prenotato e cominciò ad avvertire una sorta di
pentimento.
“Era meglio se me ne
restavo a Realitas, con qualche giorno di ferie, magari sarei riuscito a
venirne fuori ed invece eccomi qui a complicarmi la vita”: continuava a
ripetere tra sé e sé mentre attendeva che il sonno lo rapisse.
Il mattino seguente
fu svegliato dal Personal Trainer, Tiaiutoa Ritrovaretestesso, nominato dal
Comitato di Consulenza, che lo informò dei corsi di studi e degli orari
previsti nell'arco della giornata: “Dovrai dapprima partecipare al Corso di
Addestramento Crescita Personale: dalle risposte che ci hai fornito ieri, abbiamo stabilito che non hai un sogno ben definito. Secondo i nostri
consulenti in te c’è qualcosa di irrisolto; dovrai scavare nel tuo animo per
riportare alla luce il vero Leonardo. Solo allora sarai in grado di comprendere
quale sia il sogno su cui appoggiarti”.
“I consulenti si
sbagliano! Io sono qui alla ricerca del Sasso delle Aspettative” intervenne
quasi infervorato Leonardo.
“Mio caro Leonardo, cercare
il Sasso senza sapere nemmeno quale sia il tuo sogno sarebbe del tutto inutile.
Non avresti nessuna possibilità di trovarlo. Devi prima fare chiarezza in te
stesso, comprendere te stesso, per poi stabilire quale sia l’obiettivo da
perseguire, l’obiettivo su cui adagiare le tue aspettative, le tue speranze,
quegli elementi che ti concederanno l’energia necessaria per poter riattivare gli
stimoli, per poter rimettere in moto l’entusiasmo, per poter tornare ad
assaporare i piaceri, seppur minimi, che la vita ti offre. Qualora dovessi
rinunciare ad aderire al corso perderesti solo del tempo prezioso, passeresti
la vita a cambiare obiettivo di mese in mese e di anno in anno senza mai
trovare nulla di vero. Se non trovi te stesso, qualunque cosa ti renderà
insoddisfatto e magari rischieresti anche ….”, il Personal Trainer si interrupe
di colpo, quasi accorgendosi di essere in preda alla confessione di qualcosa di
misterioso.
Leonardo, accortosi,
dell’improvvisa interruzione del suo assistente, lo implorò a continuare: “Cosa
rischierei? Dimmi quello che sai di più”.
Ma la sua guida
spirituale, risoluto dichiarò: “Ahimè Leonardo, non posso dirti di più; noi “allenatori
dell’anima” abbiamo l’obbligo di non riferire quello che sappiamo potrebbe
accadere. Ti chiedo solo di aver fiducia in me e vedrai che uscirai dalla
nebbia della Confusione in cui ti trovi ora”.
Leonardo, ormai
rassegnato, iniziò a prendere parte al Corso di Addestramento Crescita Personale,
ma più i giorni passavano e più si deprimeva: era fermamente convinto del fatto
che in lui non ci fosse nulla di sbagliato: era Realitas a non essere più la
terra giusta per lui, non era più il mondo ideale in cui voleva vivere.
Aveva bisogno di
altro, aveva bisogno di stimoli, di nuovi orizzonti, di nuove emozioni.
A Realitas, invece, tutto gli era ostile, persino i suoi cari avevano edificato dei muri di
indifferenza.
Nemmeno le lezioni
del plurilaureato Prof. Allevolte Tiaspettitroppodaglialtri Maseituchedevicambiare riuscirono a fargli modificare quel pensiero e la Nebbia ed il Caos gli offuscarono talmente tanto la mente fino al punto da
indurlo a ritrovarsi, in una fredda mattina invernale, a vagare senza meta lungo la
spiaggia dell’isola dei sogni.
Fu allora che, gettando lo sguardo verso
l’orizzonte, intravide un isolotto.
All’istante pensò
immediatamente che doveva trattarsi della sconosciuta isola su cui tutti
avevano intrecciato le discordanti storie leggendarie di Salvezza e Minaccia.
La curiosità che si
scatenò all'interno della sua mente, generò un lampo di elettricità che
attraversò l’oceano ed in un millesimo di secondo raggiunse i radar localizzati
nella misteriosa isola.
Il Tenente Reticolo,
non appena captò il segnale di quella strana energia, corse a chiamare il
Generale Fantasia che, da mesi, fremeva all'idea di trovare un nuovo abitante.
L’ingegno che gli
era venuto fuori creando quel social network “illusionbook”, gli aveva
permesso, in poco tempo, un aumento vertiginoso del numero dei residenti, ma
negli ultimi mesi, la situazione si era aggravata: la negativa pubblicità dei
libri e le chiacchiere che si ascoltavano nell'isola di Realitas, avevano quasi
dimezzato il numero delle sue conquiste.
Aveva bisogno di un
nuovo cittadino per vincere l’ambito Oscar di “Isola dell’anno” e Leonardo era
la risposta alle sue aspettative.
Già si sfregava le
mani all’idea di poter stringere quel premio e in un lampo chiamò a se il suo
esercito: “Lanciate il Raggio Laser di Medea!”, urlò con tutta la voce che
aveva in corpo.
Il raggio in
questione, concepito dall'astuta e famigerata art director Medea, era stato
ideato per proiettare lo spot di propaganda allo scopo di attirare i curiosi.
Leonardo restò a
bocca aperta non appena vide le prime immagini che il raggio Laser Multivisione
gli rimandava: il cielo era costantemente corredato da un sole splendente, non
vi era pioggia o tempesta che potesse abbattersi sull'isola; si intravedevano
distese di erba su cui distendersi per poter godere lo spettacolo della natura.
Spiagge affollate da
gente allegra intenta a divertirsi ad ogni ora del giorno.
“Pensa diverso”,
sosteneva l’uomo con la mela in mano.
“L’impossibile
diventa possibile”, proclamavano gli uomini in giacca e cravatta che
osservavano allibiti un Suv di colore nero.
“Stop alle lacrime,
al dolore, alla sofferenza e alla disperazione. Provare per credere” recitava l’uomo
con i capelli lunghi.
“Qui si ride sempre
e la risata ti mette le aliiiii”, declamava la ragazza con gli occhiali in
celluloide.
“Fate l’amore con il
piacere” urlava il belloccio che gustava uno yogurt.
“Amati, Coccolati,
Viziati e Gratificati”, affermava la biondina che scendeva le scale ballando
tra file di uomini ben vestiti.
Lo spot rapì
completamente il giovane Leonardo che senza nemmeno rendersene conto si ritrovò
a nuotare tra le fredde acque oceaniche, con l’intento di raggiungere al più
presto le coste dell’isola sconosciuta.
Fu allora che il
Generale Fantasia lanciò l’SOS S.A.M. (Salvataggio Allocco in Mare) e il
ragazzo fu ripescato dall'elicottero Utopia per poi essere accompagnato, da un
gruppo di aitanti hostess, nell'albergo più lussuoso dell’isola.
Dall’alto della sua
suite del “Mirage” poteva assistere ad uno spettacolo senza eguali: il Natale
era alle porte, le strade erano addobbate con ghirlande e luci colorate, un
gruppo di elfi camminava accanto a Babbo Natale, tutta la maestosità dell’aria
natalizia si combinava in maniera naturale con l’atmosfera estiva tipica
dell’isola.
Leonardo pensò che
quel mondo era davvero fantastico e non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione
di restare per sempre lì, in una favolosa terra in cui le persone mostravano un
sorriso sgargiante da fare invidia a chiunque.
Il Generale
Fantasia, che aveva già acquistato lo smoking da sfoggiare lungo il red carpet
nella serata di premiazione, gli fornì, personalmente, tutte le informazioni
burocratiche per l’ottenimento della cittadinanza.
“Ti avverto, mio
caro Leonardo, che nel momento in cui consegnerai i documenti all’Ufficio
Residenti dell’isola di Realitas, cercheranno di convincerti, che una volta
ottenuta la residenza, non potrai più far ritorno nella tua terra natia. Questo
è solo un misero espediente utilizzato per evitare che tu vada via e che il
numero degli abitanti scenda notevolmente a Realitas, ma sappi che potrai tornare a casa in qualunque momento tu vorrai”.
Leonardo s’imbarcò
sulla nave “Chimera” per fare ritorno a casa e non appena posò i piedi
sull'isola di Realitas si presentò all’Ufficio Residenti con tutta la
documentazione necessaria per ottenere il visto di autorizzazione
all'espatrio.
L’addetta allo
sportello, non appena lesse i documenti, compose il numero privato del Premier
Cinque Sensi, così come previsto dal vademecum.
Il povero Premier,
che era impegnato in una riunione straordinaria indetta per un incontro con il
comitato dei cittadini, arrabbiati per le inefficienze dimostrate nel corso
dell’operazione di pulizia delle strade, messa in atto a causa dell’ultima
nevicata abbattutasi sull'isola, non appena ascoltò le parole dell’impiegata,
chiese il rinvio della riunione e scappò di corsa per tentare di recuperare un
minimo di ragionevolezza nella mente del povero Leonardo.
Fu interpellato
persino il Personal Trainer Tiaiutoa Ritrovaretestesso che non appena ascoltò
le parole del Premier, sconsolato ammise: “Lo sapevo che sarebbe andata così.
Intuivo che quel Leonardo non fosse convinto delle mie parole. Sappiate che non
riuscirete a farlo tornare sulla strada della Ragione. Qui a Somnium le abbiamo
provate tutte, ha persino partecipato al corso del Prof Allevolte
Tiaspettitroppodaglialtri Maseituchedevicambiare e se non ci è riuscito lui, continuare a persuaderlo sarebbe solo una guerra persa”.
Il Premier Cinque
Sensi non si lasciò scoraggiare dalle parole del Personal Trainer e tentò ad
ogni costo di far breccia nella convinzione edificata dal ragazzo.
“Ho fatto una scelta
e mi prenderò tutte le responsabilità, niente più mi lega a quest’isola”,
dichiarò irremovibilmente Leonardo.
Fu allora che il
Premier capì che continuare a parlare non sarebbe servito a nulla e, costernato,
firmò il foglio di via: era a conoscenza di tutti i documenti segreti che
l’Ufficio Federale gli aveva consegnato ed era dunque in grado di prevedere
quello che sarebbe accaduto.
Leonardo partì
soddisfatto per aver ottenuto ciò che voleva: era euforico e carico di progetti
al punto tale che trascorse tutto il tempo della traversata intento a
fantasticare su quella nuova vita che stava per intraprendere: niente più
sveglie mattutine che potessero ridestarlo con forza dal mondo dei sogni.
Niente più giornate
uggiose che avrebbero influenzato il suo umore.
Niente più visi
tristi da incrociare lungo le strade.
Niente più musi
lunghi da sopportare.
Niente più muri
dell’indifferenza che qualche volta era costretto ad urtare.
Niente più lamentele
e stupidi litigi: tutto sarebbe stato meraviglioso, tutto sarebbe stato
entusiasmante, così come aveva visto nello spot.
Quando posò il piede
sulla banchina del molo, alzando gli occhi sulla targa bianca con la scritta in
verde, provò, inconsciamente, un brivido lungo la schiena: quel termine
“Illusione” era nascosto nel suo più profondo scatolone di ricordi ma disordinatamente
immagazzinato al punto da non permettergli di ritrovare un nesso di
reminiscenza.
Abbandonò
l’intenzione di riportare alla mente la soluzione di quel rebus intellettivo
non appena cominciò a camminare lungo le scintillanti strade di quella meravigliosa terra e si lasciò avvolgere dal magico mondo colorato che poteva ammirare.
Il tempo trascorse, ma una volta esaurita l’effimera euforia dei primi mesi, Leonardo, ahimè, si
ritrovò a fare nuovamente i conti con il male dell’insoddisfazione.
La vita idillica che
aveva intravisto nello spot pubblicitario mancava di qualcosa; lo capiva perchè non riusciva a sentirsi appagato così come aveva immaginato.
Da mesi non
lavorava, non piangeva e non provava dolore e viveva solo di sorrisi, risate e
di tutte le bellezze della vita, ma nonostante tutto, il senso d’insoddisfazione
che avvertiva era vertiginosamente aumentato.
“Perché tutto
questo?”, si domandava mentre passeggiava lungo la spiaggia.
Fu rivolgendo lo
sguardo al cielo che cominciò a sbrogliare il bandolo della matassa: il sole,
la fonte primaria di felicità, era solo un artificio creato dalla Chinese
Technology, l’azienda leader che riproduceva ogni elemento naturale, e quel
calore, mal contraffatto che emanava, non riusciva a fargli vibrare la pelle.
La stessa cosa, a
pensarci bene, era accaduta al momento del suo arrivo: la neve, quella neve che
aveva ammirato lungo i bordi delle strade, era una semplice sceneggiatura
utilizzata durante le riprese dei film e riflettendoci bene pensò che
quell'anno aveva perso l’occasione di assorbire a sé le piacevoli sensazioni
che provava quando si gettava sulla soffice neve reale.
E il cenone di fine
anno? Milioni di portate magnificamente apparecchiate eppure non aveva
avvertito nessun sapore.
E il canto degli
uccellini che aveva ascoltato nei mesi primaverili erano delle imperfette
registrazioni messe in onda da quegli stupidi altoparlanti impiantati in ogni
angolo dell’isola.
Gli tornò alla mente
il senso di vuoto che aveva provato quel giorno che vide il campo di fiori lì
vicino; si era avvicinato ad una rosa ma non aveva esalato nessun profumo che potesse
stuzzicargli l’olfatto.
E le risate? Quelle
c’erano state ma non colmavano l’animo così tanto come avveniva ai tempi di
Realitas quando uscivano spontaneamente dal suo spirito.
Cominciò ad
avvertire un senso di nostalgia per tutto: avvertiva la nostalgia delle
sensazioni che provava quando il buio inghiottiva il mondo lasciando spazio solo
alla magnifica luna che illuminava lievemente la vita.
Provava nostalgia
persino di quei momenti in cui avvertiva la disperazione e il dolore perché non
riusciva più a percepire il senso di beatitudine trasmessogli dal sereno dopo
una tempesta.
Era vero, si era
entusiasmato, ma forse più per la maestosità delle cose create che per la
consistenza.
E fu allora, che alla
mente, gli tornarono le parole dettate dalla voce di suo nonno: “Ricorda
Leonardo, le suggestioni possono creare molte illusioni e le illusioni creano delusioni e dolori.
Un giorno avrai modo di conoscere il sogno, che è fatto di speranze, di
qualcosa che potrebbe accadere, ma devi stare attento a non confondere il sogno
con l’illusione. Nell’illusione non vi è alcuna speranza, vi è solo
immaginazione e con l’immaginazione puoi consolare l’animo per un breve lasso
di tempo ma non riempirai mai la vita. Dio Reilso ci ha creati per vivere su
Realitas, dove tutto ruota intorno ai 5 sensi: tutto quello che vedi, che
tocchi, che ascolti, che gusti e che annusi, è reale e la realtà genera
emozioni, vibrazioni. Lui, il nostro Dio, ha creato anche un mondo di evasione
che è il sogno, dove noi esseri umani possiamo trovare il Sasso della Speranza
che ci darà le armi per sperare in qualcosa che il domani potrà regalarci. Ma così come
esiste il bene, mio caro Leonardo, esiste anche il male e per attirare a sé gli
esseri umani usa tutti gli inganni a sua disposizione”.
Leonardo ricordò,
parola per parola, tutto quello che suo nonno gli disse quel giorno che erano
stati insieme e ad ogni lettera scandita nel labirinto della sua mente una
lacrima bagnava le sue guance.
Cominciò così a
tormentare la sua anima per trovare il modo di tornare a casa: ma non aveva
scelta.
Il Generale Fantasia
si era opposto alla sua richiesta e a differenza della disponibilità mostrata
nel loro primo incontro si era addirittura fatto negare quando aveva chiesto un
colloquio.
La disperazione si
impossessò di Leonardo al punto tale che scrutando il mare, istintivamente, si
gettò tra le acque dell’oceano tentando l’impossibile, pur di far rientro a
Realitas.
Il Dio Reilso, che
di casi simili ne aveva visti a migliaia, vedendo l’ostinazione con cui
Leonardo nuotava, provò comprensione ed intuì che il pentimento del ragazzo era
tangibile, cosicché decise di far recapitare al giovane, l’occasione di
salvezza per tornare a casa.
Fu la nave Drago a
riportare Leonardo sano e salvo tra le coste dell’isola di Realitas, dove tornò
a riappropriarsi delle sensazioni reali che esistevano nel suo mondo: imparò a
capire che anche un momento buio nasconde una luce lontana che rende piacevole
ed emozionante la via di fuga verso la serenità.
Imparò a capire che
alla fine di ogni sofferenza vi è amore, affetto e dolcezza, tangibili e reali, tali da generare le emozioni vere.
Imparò che così come
nella musica, il ritmo è necessario, che gli alti e i bassi sono utili per
assaporare il vero piacere dei sensi.
Morale: se decidi di
abbandonare l’isola della realtà, accertati soltanto di essere in pace con te
stesso e che il tuo biglietto abbia come destinazione l’isola del sogno e che
vi sia indicata la data di ritorno a casa!
Non lasciarti ingannare dalle meraviglie inconsistenti riprodotte dal laser dell’isola delle illusioni.
Non lasciarti ingannare dalle meraviglie inconsistenti riprodotte dal laser dell’isola delle illusioni.
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