SOGNO, REALTA’ E ILLUSIONE.

Nel cuore del maestoso Oceano Vita, tra le variopinte barriere coralline, esisteva un’isola popolata dagli esseri umani plasmati dal Dio Reilso, chiamata Realitas.
La storia della creazione, scritta tra le pagine dei libri antichi rinvenuti nei siti archeologici, narrava che il Dio Reilso, in una noiosa e solitaria giornata della sua vita, ebbe la geniale idea di realizzare, con del fango trovato nel giardino della sua casa, un’enorme costruzione dalla forma tendenzialmente conica: ma sarà stata la stanchezza, sarà stata la monotonia di vita che conduceva, si ritrovò, con totale insoddisfazione, a gettare la sua opera nelle profonde acque dell’oceano situato al di sotto della sua abitazione.
Quando la mattina seguente, alle prime luci dell’alba, uscì nel giardino con l’intenzione di mettere acqua ai suoi screziati fiori, gettando lo sguardo in basso, provò ad un tratto un velo di ripensamento: un piccolo desiderio infantile, custodito per anni all'interno della sua geniale scatola cranica, lo esortò a sfruttare l’apparente plastico che galleggiava nelle acque oceaniche, così da realizzare un mondo simile a quel Lego con cui, per anni, aveva riempito le sue giornate ed aveva anestetizzato il profondo malessere di solitudine di cui soffriva!
Fu così che cominciò a frugare tra le scatole accatastate nella cantina, negli angoli della soffitta, all'interno della dispensa, nei cassetti dei comò, con l’intento di recuperare oggetti e materiali utili per la costruzione di un mondo animato.
Con un pugno di fango avanzato, qualche filo di cotone ed un soffio del suo alito, pensò bene infine di tradurre in realtà quelli che sarebbero stati gli abitanti dell’isola.
Una volta finito il suo geniale progetto, si sistemò su una comoda sdraio in giardino, si munì di un bicchiere stracolmo di Mojito e cominciò a godersi, in prima fila, il "My Isle" del suo fantastico mondo.
Accortosi però che gli isolani erano soliti lasciarsi affliggere da un comune male denominato “Insoddisfazione”, si ingegnò, di tutta fretta, a risollevare gli umori dei suoi “figliocci”: fu così che venne creata la seconda isola chiamata Somnium, concepita alla scopo di offrire agli abitanti di Realitas la possibilità di soggiornarvi ogni volta che lo sconforto prendesse il sopravvento sulle loro vite.
Il Dio Reilso, compiaciuto per la sua genialità, tornò a riaccomodarsi nel suo giardino per assistere allo spettacolo di quel reality: la partecipazione emotiva alla vita degli isolani lo rendeva  particolarmente entusiasmato, ma quando si accorse che una grossa fetta di popolazione era affetta da un male più profondo, denominato “Ingratitudine da Insaziabilità”, provò un vago stato di perfidia e decise di rivalersi creando un’altra terra.
Sembrerebbe pazzesco, ma a questo punto della storia, ogni antico testo che fu rinvenuto, risultava incompleto: era come se qualcuno, intenzionalmente, avesse strappato via quelle pagine per non dare alcuna possibilità ai posteri di riesumare l’autenticità degli avvenimenti circa la creazione della terra misteriosa.
Anni di ricerche e di studi, non riuscirono mai a riportare alla luce un finale: il prosieguo dei fatti divenne, così, da allora, fonte di numerose leggende metropolitane.
Ognuno raccontava la sua fantasiosa opinione: c’era chi diceva che la terza isola era un mondo di salvezza, c’era chi invece sosteneva che fosse un mondo malvagio e c’era addirittura chi vendeva l’anima al diavolo pur di partire.
Leggende a parte, un fatto era certo: dei coraggiosi pionieri che avevano preso il largo, solo in pochi avevano fatto ritorno a casa e non erano soliti dare molto fiato ai loro pensieri.
Una buona parte degli “Ulissiani”, infatti, viveva in maniera diffidente, quasi timorosa, mentre, quei pochi che esprimevano le loro idee, mettendo in guardia il resto della popolazione, rischiavano di essere presi in giro o addirittura di sentirsi rispondere frasi del genere “non è detto che siccome a te è andata male, dovrà andar male anche a me”, “sei solo un pessimista” e via dicendo.
Leonardo, che per natura era un tipo scettico, non aveva mai dato peso alle chiacchiere dei suoi conterranei ma ancor di più non aveva mai edificato un pensiero di mera curiosità sull’isola misteriosa.
La quotidianità, la casa, il lavoro, la famiglia e gli affetti rendevano la sua vita tendenzialmente appagante.
Ma così com’era accaduto per la stragrande maggioranza dei Realitasiani, arrivò un giorno in cui il male dell’Insoddisfazione si impossessò dell’animo del ragazzo: avvertiva un senso di malessere, si sentiva stanco, annoiato, demoralizzato e del tutto infelice.
In preda ad un momento di totale sconforto, si ritrovò all'interno dei locali della famosa Agenzia di Viaggi “Viregaleremoilsogno” con l’intenzione di prenotare un biglietto che avesse come destinazione l’isola di Somnium.
“E’ la prima volta che parte?”, domandò la spigliata promotrice che lo accolse al bancone mentre era intenta a trascrivere sulla tastiera del computer i dati dei documenti che Leonardo le aveva consegnato.
Quando lui la informò che non aveva mai lasciato prima di allora la sua terra, la ragazza si apprestò a consigliarlo sul pacchetto ideale da prenotare: “Mi dia retta signor Misonoperso, il Fully Supported è il nostro miglior prodotto per chi come lei intraprende per la prima volta un viaggio verso l’isola dei sogni. È un po’ impegnativo ma mi creda resterà soddisfatto”.
Leonardo, che aspirava con tutto se stesso a rinvenire il sasso delle Aspettative, di cui tutti parlavano, nascosto nel cuore della Foresta Speranza, non si fece scoraggiare dalla proposta della simpatica promotrice ed accettò di buon grado i suoi suggerimenti.
Non appena atterrò all'aeroporto Believe fu accolto dall'Ambasciatrice Coscienza, addetta all'accettazione turisti, che lo accompagnò nella sala delle Consulenze per sottoporlo al test di ammissione per l’ottenimento del visto turistico.
Leonardo, che fremeva all’idea di arrivare dritto dritto nel cuore della Foresta, cominciò a mostrare un mero senso di nervosismo ogni qualvolta l’Ambasciatrice gli rivolgeva quelle assurde domande di cui prendeva diligentemente nota.
Coscienza Interna, che di tipi simili al Signor Leonardo Misonoperso ne aveva visti a milioni, imperterrita lo rassicurò: “Signor Misonoperso, non c’è motivo che lei si preoccupi, questa è solo la prassi da seguire. Quando qualcuno di Realitas arriva qui a Somnium, non sempre, così come è evidente nel suo caso, ha le idee chiare su quale sia il sogno. Dunque, sarebbe impensabile cercare i sassi delle Aspettative. Mi dia retta, abbia pazienza e vedrà che in meno tempo di quanto lei crede, troverà il bandolo della matassa che lo porterà fuori dal ginepraio della Confusione che ad oggi le offusca la mente. Con il test d’ingresso saremmo in grado di sapere tutto di lei in modo da poterla indirizzare verso il miglior corso a cui dovrà partecipare. Questa sera ci riuniremo e domani mattina le forniremo tutte le indicazioni necessarie”.
Leonardo per poco non svenne quando sentì l’Ambasciatrice nominare quel termine “corsi”: aveva bisogno di riposo, di relax, di pace, aveva bisogno di mettersi alla ricerca del sasso e non era certo intenzionato a trascorrere la sua vacanza a spremere quel poco di cervello sano che gli era rimasto.
Con l’animo affranto si fece accompagnare nell’hotel prenotato e cominciò ad avvertire una sorta di pentimento.
“Era meglio se me ne restavo a Realitas, con qualche giorno di ferie, magari sarei riuscito a venirne fuori ed invece eccomi qui a complicarmi la vita”: continuava a ripetere tra sé e sé mentre attendeva che il sonno lo rapisse.
Il mattino seguente fu svegliato dal Personal Trainer, Tiaiutoa Ritrovaretestesso, nominato dal Comitato di Consulenza, che lo informò dei corsi di studi e degli orari previsti nell'arco della giornata: “Dovrai dapprima partecipare al Corso di Addestramento Crescita Personale: dalle risposte che ci hai fornito ieri, abbiamo stabilito che non hai un sogno ben definito. Secondo i nostri consulenti in te c’è qualcosa di irrisolto; dovrai scavare nel tuo animo per riportare alla luce il vero Leonardo. Solo allora sarai in grado di comprendere quale sia il sogno su cui appoggiarti”.
“I consulenti si sbagliano! Io sono qui alla ricerca del Sasso delle Aspettative” intervenne quasi infervorato Leonardo.
“Mio caro Leonardo, cercare il Sasso senza sapere nemmeno quale sia il tuo sogno sarebbe del tutto inutile. Non avresti nessuna possibilità di trovarlo. Devi prima fare chiarezza in te stesso, comprendere te stesso, per poi stabilire quale sia l’obiettivo da perseguire, l’obiettivo su cui adagiare le tue aspettative, le tue speranze, quegli elementi che ti concederanno l’energia necessaria per poter riattivare gli stimoli, per poter rimettere in moto l’entusiasmo, per poter tornare ad assaporare i piaceri, seppur minimi, che la vita ti offre. Qualora dovessi rinunciare ad aderire al corso perderesti solo del tempo prezioso, passeresti la vita a cambiare obiettivo di mese in mese e di anno in anno senza mai trovare nulla di vero. Se non trovi te stesso, qualunque cosa ti renderà insoddisfatto e magari rischieresti anche ….”, il Personal Trainer si interrupe di colpo, quasi accorgendosi di essere in preda alla confessione di qualcosa di misterioso.
Leonardo, accortosi, dell’improvvisa interruzione del suo assistente, lo implorò a continuare: “Cosa rischierei? Dimmi quello che sai di più”.
Ma la sua guida spirituale, risoluto dichiarò: “Ahimè Leonardo, non posso dirti di più; noi “allenatori dell’anima” abbiamo l’obbligo di non riferire quello che sappiamo potrebbe accadere. Ti chiedo solo di aver fiducia in me e vedrai che uscirai dalla nebbia della Confusione in cui ti trovi ora”.
Leonardo, ormai rassegnato, iniziò a prendere parte al Corso di Addestramento Crescita Personale, ma più i giorni passavano e più si deprimeva: era fermamente convinto del fatto che in lui non ci fosse nulla di sbagliato: era Realitas a non essere più la terra giusta per lui, non era più il mondo ideale in cui voleva vivere.
Aveva bisogno di altro, aveva bisogno di stimoli, di nuovi orizzonti, di nuove emozioni.
A Realitas, invece, tutto gli era ostile, persino i suoi cari avevano edificato dei muri di indifferenza.
Nemmeno le lezioni del plurilaureato Prof. Allevolte Tiaspettitroppodaglialtri Maseituchedevicambiare riuscirono a fargli modificare quel pensiero e la Nebbia ed il Caos gli offuscarono talmente tanto la mente fino al punto da indurlo a ritrovarsi, in una fredda mattina invernale, a vagare senza meta lungo la spiaggia dell’isola dei sogni.
Fu allora che, gettando lo sguardo verso l’orizzonte, intravide un isolotto.
All’istante pensò immediatamente che doveva trattarsi della sconosciuta isola su cui tutti avevano intrecciato le discordanti storie leggendarie di Salvezza e Minaccia.
La curiosità che si scatenò all'interno della sua mente, generò un lampo di elettricità che attraversò l’oceano ed in un millesimo di secondo raggiunse i radar localizzati nella misteriosa isola.
Il Tenente Reticolo, non appena captò il segnale di quella strana energia, corse a chiamare il Generale Fantasia che, da mesi, fremeva all'idea di trovare un nuovo abitante.
L’ingegno che gli era venuto fuori creando quel social network “illusionbook”, gli aveva permesso, in poco tempo, un aumento vertiginoso del numero dei residenti, ma negli ultimi mesi, la situazione si era aggravata: la negativa pubblicità dei libri e le chiacchiere che si ascoltavano nell'isola di Realitas, avevano quasi dimezzato il numero delle sue conquiste.
Aveva bisogno di un nuovo cittadino per vincere l’ambito Oscar di “Isola dell’anno” e Leonardo era la risposta alle sue aspettative.
Già si sfregava le mani all’idea di poter stringere quel premio e in un lampo chiamò a se il suo esercito: “Lanciate il Raggio Laser di Medea!”, urlò con tutta la voce che aveva in corpo.
Il raggio in questione, concepito dall'astuta e famigerata art director Medea, era stato ideato per proiettare lo spot di propaganda allo scopo di attirare i curiosi.
Leonardo restò a bocca aperta non appena vide le prime immagini che il raggio Laser Multivisione gli rimandava: il cielo era costantemente corredato da un sole splendente, non vi era pioggia o tempesta che potesse abbattersi sull'isola; si intravedevano distese di erba su cui distendersi per poter godere lo spettacolo della natura.
Spiagge affollate da gente allegra intenta a divertirsi ad ogni ora del giorno. 
“Pensa diverso”, sosteneva l’uomo con la mela in mano.
“L’impossibile diventa possibile”, proclamavano gli uomini in giacca e cravatta che osservavano allibiti un Suv di colore nero.
“Stop alle lacrime, al dolore, alla sofferenza e alla disperazione. Provare per credere” recitava l’uomo con i capelli lunghi.
“Qui si ride sempre e la risata ti mette le aliiiii”, declamava la ragazza con gli occhiali in celluloide.
“Fate l’amore con il piacere” urlava il belloccio che gustava uno yogurt.
“Amati, Coccolati, Viziati e Gratificati”, affermava la biondina che scendeva le scale ballando tra file di uomini ben vestiti.
Lo spot rapì completamente il giovane Leonardo che senza nemmeno rendersene conto si ritrovò a nuotare tra le fredde acque oceaniche, con l’intento di raggiungere al più presto le coste dell’isola sconosciuta.
Fu allora che il Generale Fantasia lanciò l’SOS S.A.M. (Salvataggio Allocco in Mare) e il ragazzo fu ripescato dall'elicottero Utopia per poi essere accompagnato, da un gruppo di aitanti hostess, nell'albergo più lussuoso dell’isola.
Dall’alto della sua suite del “Mirage” poteva assistere ad uno spettacolo senza eguali: il Natale era alle porte, le strade erano addobbate con ghirlande e luci colorate, un gruppo di elfi camminava accanto a Babbo Natale, tutta la maestosità dell’aria natalizia si combinava in maniera naturale con l’atmosfera estiva tipica dell’isola.
Leonardo pensò che quel mondo era davvero fantastico e non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di restare per sempre lì, in una favolosa terra in cui le persone mostravano un sorriso sgargiante da fare invidia a chiunque.
Il Generale Fantasia, che aveva già acquistato lo smoking da sfoggiare lungo il red carpet nella serata di premiazione, gli fornì, personalmente, tutte le informazioni burocratiche per l’ottenimento della cittadinanza.
“Ti avverto, mio caro Leonardo, che nel momento in cui consegnerai i documenti all’Ufficio Residenti dell’isola di Realitas, cercheranno di convincerti, che una volta ottenuta la residenza, non potrai più far ritorno nella tua terra natia. Questo è solo un misero espediente utilizzato per evitare che tu vada via e che il numero degli abitanti scenda notevolmente a Realitas, ma sappi che potrai tornare a casa in qualunque momento tu vorrai”.
Leonardo s’imbarcò sulla nave “Chimera” per fare ritorno a casa e non appena posò i piedi sull'isola di Realitas si presentò all’Ufficio Residenti con tutta la documentazione necessaria per ottenere il visto di autorizzazione all'espatrio. 
L’addetta allo sportello, non appena lesse i documenti, compose il numero privato del Premier Cinque Sensi, così come previsto dal vademecum.
Il povero Premier, che era impegnato in una riunione straordinaria indetta per un incontro con il comitato dei cittadini, arrabbiati per le inefficienze dimostrate nel corso dell’operazione di pulizia delle strade, messa in atto a causa dell’ultima nevicata abbattutasi sull'isola, non appena ascoltò le parole dell’impiegata, chiese il rinvio della riunione e scappò di corsa per tentare di recuperare un minimo di ragionevolezza nella mente del povero Leonardo.
Fu interpellato persino il Personal Trainer Tiaiutoa Ritrovaretestesso che non appena ascoltò le parole del Premier, sconsolato ammise: “Lo sapevo che sarebbe andata così. Intuivo che quel Leonardo non fosse convinto delle mie parole. Sappiate che non riuscirete a farlo tornare sulla strada della Ragione. Qui a Somnium le abbiamo provate tutte, ha persino partecipato al corso del Prof Allevolte Tiaspettitroppodaglialtri Maseituchedevicambiare e se non ci è riuscito lui, continuare a persuaderlo sarebbe solo una guerra persa”.
Il Premier Cinque Sensi non si lasciò scoraggiare dalle parole del Personal Trainer e tentò ad ogni costo di far breccia nella convinzione edificata dal ragazzo.
“Ho fatto una scelta e mi prenderò tutte le responsabilità, niente più mi lega a quest’isola”, dichiarò irremovibilmente Leonardo.
Fu allora che il Premier capì che continuare a parlare non sarebbe servito a nulla e, costernato, firmò il foglio di via: era a conoscenza di tutti i documenti segreti che l’Ufficio Federale gli aveva consegnato ed era dunque in grado di prevedere quello che sarebbe accaduto.
Leonardo partì soddisfatto per aver ottenuto ciò che voleva: era euforico e carico di progetti al punto tale che trascorse tutto il tempo della traversata intento a fantasticare su quella nuova vita che stava per intraprendere: niente più sveglie mattutine che potessero ridestarlo con forza dal mondo dei sogni.
Niente più giornate uggiose che avrebbero influenzato il suo umore.
Niente più visi tristi da incrociare lungo le strade.
Niente più musi lunghi da sopportare.
Niente più muri dell’indifferenza che qualche volta era costretto ad urtare.
Niente più lamentele e stupidi litigi: tutto sarebbe stato meraviglioso, tutto sarebbe stato entusiasmante, così come aveva visto nello spot.
Quando posò il piede sulla banchina del molo, alzando gli occhi sulla targa bianca con la scritta in verde, provò, inconsciamente, un brivido lungo la schiena: quel termine “Illusione” era nascosto nel suo più profondo scatolone di ricordi ma disordinatamente immagazzinato al punto da non permettergli di ritrovare un nesso di reminiscenza.
Abbandonò l’intenzione di riportare alla mente la soluzione di quel rebus intellettivo non appena cominciò a camminare lungo le scintillanti strade di quella meravigliosa terra e si lasciò avvolgere dal magico mondo colorato che poteva ammirare.
Il tempo trascorse, ma una volta esaurita l’effimera euforia dei primi mesi, Leonardo, ahimè, si ritrovò a fare nuovamente i conti con il male dell’insoddisfazione. 
La vita idillica che aveva intravisto nello spot pubblicitario mancava di qualcosa; lo capiva perchè non riusciva a sentirsi appagato così come aveva immaginato.
Da mesi non lavorava, non piangeva e non provava dolore e viveva solo di sorrisi, risate e di tutte le bellezze della vita, ma nonostante tutto, il senso d’insoddisfazione che avvertiva era vertiginosamente aumentato.
“Perché tutto questo?”, si domandava mentre passeggiava lungo la spiaggia. 
Fu rivolgendo lo sguardo al cielo che cominciò a sbrogliare il bandolo della matassa: il sole, la fonte primaria di felicità, era solo un artificio creato dalla Chinese Technology, l’azienda leader che riproduceva ogni elemento naturale, e quel calore, mal contraffatto che emanava, non riusciva a fargli vibrare la pelle.
La stessa cosa, a pensarci bene, era accaduta al momento del suo arrivo: la neve, quella neve che aveva ammirato lungo i bordi delle strade, era una semplice sceneggiatura utilizzata durante le riprese dei film e riflettendoci bene pensò che quell'anno aveva perso l’occasione di assorbire a sé le piacevoli sensazioni che provava quando si gettava sulla soffice neve reale.
E il cenone di fine anno? Milioni di portate magnificamente apparecchiate eppure non aveva avvertito nessun sapore.
E il canto degli uccellini che aveva ascoltato nei mesi primaverili erano delle imperfette registrazioni messe in onda da quegli stupidi altoparlanti impiantati in ogni angolo dell’isola.
Gli tornò alla mente il senso di vuoto che aveva provato quel giorno che vide il campo di fiori lì vicino; si era avvicinato ad una rosa ma non aveva esalato nessun profumo che potesse stuzzicargli l’olfatto.
E le risate? Quelle c’erano state ma non colmavano l’animo così tanto come avveniva ai tempi di Realitas quando uscivano spontaneamente dal suo spirito.
Cominciò ad avvertire un senso di nostalgia per tutto: avvertiva la nostalgia delle sensazioni che provava quando il buio inghiottiva il mondo lasciando spazio solo alla magnifica luna che illuminava lievemente la vita.
Provava nostalgia persino di quei momenti in cui avvertiva la disperazione e il dolore perché non riusciva più a percepire il senso di beatitudine trasmessogli dal sereno dopo una tempesta.
Era vero, si era entusiasmato, ma forse più per la maestosità delle cose create che per la consistenza.
E fu allora, che alla mente, gli tornarono le parole dettate dalla voce di suo nonno: “Ricorda Leonardo, le suggestioni possono creare molte illusioni e le illusioni creano delusioni e dolori. Un giorno avrai modo di conoscere il sogno, che è fatto di speranze, di qualcosa che potrebbe accadere, ma devi stare attento a non confondere il sogno con l’illusione. Nell’illusione non vi è alcuna speranza, vi è solo immaginazione e con l’immaginazione puoi consolare l’animo per un breve lasso di tempo ma non riempirai mai la vita. Dio Reilso ci ha creati per vivere su Realitas, dove tutto ruota intorno ai 5 sensi: tutto quello che vedi, che tocchi, che ascolti, che gusti e che annusi, è reale e la realtà genera emozioni, vibrazioni. Lui, il nostro Dio, ha creato anche un mondo di evasione che è il sogno, dove noi esseri umani possiamo trovare il Sasso della Speranza che ci darà le armi per sperare in qualcosa che il domani potrà regalarci. Ma così come esiste il bene, mio caro Leonardo, esiste anche il male e per attirare a sé gli esseri umani usa tutti gli inganni a sua disposizione”.
Leonardo ricordò, parola per parola, tutto quello che suo nonno gli disse quel giorno che erano stati insieme e ad ogni lettera scandita nel labirinto della sua mente una lacrima bagnava le sue guance.
Cominciò così a tormentare la sua anima per trovare il modo di tornare a casa: ma non aveva scelta.
Il Generale Fantasia si era opposto alla sua richiesta e a differenza della disponibilità mostrata nel loro primo incontro si era addirittura fatto negare quando aveva chiesto un colloquio.
La disperazione si impossessò di Leonardo al punto tale che scrutando il mare, istintivamente, si gettò tra le acque dell’oceano tentando l’impossibile, pur di far rientro a Realitas.
Il Dio Reilso, che di casi simili ne aveva visti a migliaia, vedendo l’ostinazione con cui Leonardo nuotava, provò comprensione ed intuì che il pentimento del ragazzo era tangibile, cosicché decise di far recapitare al giovane, l’occasione di salvezza per tornare a casa.
Fu la nave Drago a riportare Leonardo sano e salvo tra le coste dell’isola di Realitas, dove tornò a riappropriarsi delle sensazioni reali che esistevano nel suo mondo: imparò a capire che anche un momento buio nasconde una luce lontana che rende piacevole ed emozionante la via di fuga verso la serenità.
Imparò a capire che alla fine di ogni sofferenza vi è amore, affetto e dolcezza, tangibili e reali, tali da generare le emozioni vere.
Imparò che così come nella musica, il ritmo è necessario, che gli alti e i bassi sono utili per assaporare il vero piacere dei sensi.

Morale: se decidi di abbandonare l’isola della realtà, accertati soltanto di essere in pace con te stesso e che il tuo biglietto abbia come destinazione l’isola del sogno e che vi sia indicata la data di ritorno a casa! 
Non lasciarti ingannare dalle meraviglie inconsistenti riprodotte dal laser dell’isola delle illusioni.

Roberta Di Iorio




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