La cima della piramide

L'uomo che era accanto alla donna richiamò l'attenzione dell'amico che invece le stava di fronte, facendogli notare che, a causa del vento, la cenere della sigaretta, atterrava sul cappotto di lei.
La donna, con celerità, si passò la mano sulla stoffa, per far volare via quei frammenti di cenere, e a testa bassa, dichiarò che non le importava, ma intanto gli occhi cominciavano a bruciarle. 
Le bruciavano così tanto che stava per piangere, ma non a causa della sigaretta ...  
la cenere che le aveva fatto arrossire gli occhi era volata qualche minuto prima, ed era venuta fuori dalla prosopopea di chi l'aveva richiamata sul suo operato. 
Era la cenere dell'incompetenza di chi aveva il coltello dalla parte del manico semplicemente perché si trovava in cima alla piramide ... 
Una cima che non conosce il valore dei mattoni che la sostengono, che non sa equilibrare la forza di quei pezzi, non merita di essere sostenuta. 
Suo nonno le ripeteva sempre: "Nel proprio lavoro è necessario comprendere il risultato finale per scegliere bene i mezzi e le forze necessarie per ottenerlo. Se dopo aver lavorato la mia terra comprendo che ho necessità di trasportare più frutti raccolti devo acquistare un asino, ma se ho invece necessità di consegnare nel più breve tempo possibile una sola busta di raccolto, dovrò acquistare un cavallo! Ognuno è nato per fare qualcosa! Ognuno è importante per ciò che è insito nella sua indole. La sera, tornando a casa, non potrò prendermela con il cavallo se avrò preteso da lui ciò che invece avrebbe dovuto fare l'asino, anzi, dovrebbe essere il cavallo a prendersela con me per essere stato così stolto."
A ricordar quelle parole la donna sorrise e le lacrime, come per incanto, tornarono da dove erano state partorite.
Non era nata per trasportare una quantità di merce enorme, lei era nata per correre ...
E se la cima non aveva capito questo, poteva anche fare a meno di lei.

RDI





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