Gli anni passano ...

Sabato scorso abbiamo deciso di andare al mare:
avevo preparato tutto ed attendevo mio figlio, accanto alla porta d'ingresso,
mentre finiva di prepararsi in bagno.
Lo vedevo intento a scolpire i suoi capelli con chili di gel e sorridevo:
pensavo al fatto che ci mettesse tutto quel tempo a modellare i capelli
e non appena si sarebbe tuffato in acqua, la sua opera d'arte sarebbe svanita nel nulla.
Sorridevo ed intanto un nostalgico ricordo mi sfiorava l'animo ....
Correva l'anno 1986:
era l'estate dei mondiali in Mexico,
l'estate in cui tutti credevamo di poter scendere di nuovo nelle strade
e festeggiare la vittoria della nostra nazionale
per ripercorrere le emozioni provate quattro anni prima.
Era l'estate in cui impazzava alla grande, la bionda Ivana Spagna,
con la sua "Easy lady" e si trascorrevano pomeriggi interi a discutere sulle origini della cantante.
Internet era solo un sogno lontano e per quel poco che si sapeva dai giornali nessuno immaginava che potesse essere una cantante italiana!
Dovemmo aspettare il fatidico Festivalbar per scoprire, dalle voci di Claudio Cecchetto e Susanna Messaggio, che le scommesse fatte erano tutte nulle.
Era l'estate tinta dalle note di True blue della mitica Veronica Louise Ciccone.
Era l'estate dei miei 11 anni, la stessa età che ha oggi mio figlio.
Avevo tagliato i capelli a spazzola e prima di scendere in spiaggia,
usavo mettere in atto tutti i rituali che oggi é solito fare mio figlio:
chili e chili di Studio Line de L'oreal, spalmati con cura sul mio capello facevano attendere le povere zia Agatina e mia cugina Lorella che mi accompagnavano in spiaggia.
Sono passati 28 anni: un'altra generazione, un'altra musica, un altro modo di vivere la vita,
meno utilità e poca tecnologia a disposizione ...
eppure noto con piacere che mio figlio e i suoi amici, dopotutto,
si comportano allo stesso modo di come ci comportavamo noi. 
Partite a pallone sotto il sole cocente,
ore e ore di immersioni in acqua con il rischio di uscire con le dita delle mani completamente bianche,
la musica che colora le estati,
l'entusiasmo di seguire le partite di calcio per gioire, almeno una volta ogni quattro anni,
con tutti gli amici e non solo con quelli che tifano la stessa squadra,
il Liuk da spararsi per la merenda dopo un bagno,
la comitiva che comincia a crescere mentre l'estate avanza,
i progetti studiati sotto un ombrellone per gavettonare l'amico di turno ...
Ho provato nostalgia, nostalgia della mia comitiva di allora,
di quegli amici che per anni mi accompagnavano nelle calde giornate d'estate,
regalandomi momenti che avrei poi risfogliato nelle fredde giornate invernali nella mia Sulmona.
Ho provato nostalgia per la spensieratezza che ci caratterizzava,
per le risate, la spontaneità,
per tutte quelle qualità che negli anni dell'adolescenza riesci a respirare con poco.
Ho provato un pizzico di soddisfazione nel pensare che,
dopotutto, nonostante internet abbia cambiato il mondo,
nonostante la tecnologia abbia indurito i rapporti umani,
i ragazzi di oggi riescono comunque a dare spazio agli stessi rituali che accadevano quasi trent'anni fa.
Avete a disposizione molta più tecnologia di noi,
avete a disposizione il mondo intero ma nonostante tutto, ragazzi,
siete ancora capaci di regalarvi momenti di umanità, di contatti reali,
di amicizie che non restano dietro un profilo di Facebook.
Auguro a mio figlio di vivere la sua adolescenza con amicizie fatte di cemento,
con risate di acqua,
con gesti di sabbia,
e con emozioni d'acciaio ...
per costruire i pilastri di cemento armato su cui edificare la propria esistenza.
Che tu possa ritrovarti come me,
in un giorno lontano,
a risfogliare, con profondo orgoglio ed un pizzico di nostalgia,
le pagine di un passato fatto di persone vere, emozioni profonde, amicizie ed affetti,
che nonostante il trascorrere del tempo,
restino indelebili nella tua memoria,
nel tuo cuore!

Roberta


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