C'è qualcuno che ha già finito di leggerlo....


"Roby l'ho letto tutto d'un fiato perchè nn riuscivo a staccarmi per il troppo coinvolgimento :) stupendo...i libri che mi hanno preso cosi si contano in una mano nonostante io ami leggere, ma questo è uno di quelli che,arrivata alla fine, mi è dispiaciuto fosse finito :) in bocca al lupo!!!"


"Fresco, travolgente, si legge facilmente e velocemente. Una lettura veramente piacevole! Sarà un successo"




"Cara Roberta,ieri sera ho finito di leggere tutto di un fiato il tuo romanzo, per la prima volta dopo tanto mi sono commossa nel leggere un romanzo. Nei tuoi personaggi ho ritrovato personaggi del mio passato, nei loro sentimenti ,nelle loro paure,nelle loro fragilita',nella loro personalita' distinte e reali ho rivissuto esperienze p"rsonali e non. "Friends will be friends " pagina 116, la verita' piu' bella del mondo. Dio stesso ha parlato dell'amicizia come il dono piu' sacro che un essere possa tutelare, come la corona un re!Sei brava, avrai soddisfazione nella scalata che plasma un'artista,con la soddisfazione di dire ..ce l'ho fatta!!!"


...qualcuno che lo sta leggendo....

  ...altri che per motivi vari non lo hanno ancora letto...

...allora provate qui con il PRIMO CAPITOLO...uscirete immediatamente a comprarlo per scoprire come andrà a finire... 

.......Cercare di far capire la parola incipit alle mie compagne di squadra è davvero un’impresa ardua!
La sabbia nella clessidra conti nua a scendere ed io mi arrampico sugli specchi con un demenziale “avete presente Renzo e Lucia? Sono personaggi inventati da Manzoni che era ...”. Attendo con ansia che qualcuna dica una parola, che continui la frase. “Manzoni era quello che lavava i panni all’Arno” risponde con semplicità Luna, conquistando una risata generale.
Continuo per invogliare le mie amiche con un “Manzoni ha scritto”, ma non faccio in tempo a concludere la frase che Paolo buzza e subito dopo il tempo scade.
“Cazzo, stai come un falco!!!” gli dico passandogli le carte.
È il suo turno, tocca a lui far capire ai suoi compagni la parola addizione; e ti pareva, a loro capitano sempre i vocaboli più semplici.
Paolo è un tipo taciturno, uno di quelli che parla solo quando sei tu a domandargli qualcosa: la risposta è di solito un monosillabo. Se è costretto a fare un discorso, se la cava bene con una frase di quattro parole al massimo. Oggi si è conquistato il premio “Dimostri tredici anni di meno”, grazie al suo nuovo taglio di capelli alla Hugh Grant per cui da trentottenne quale è, sembra dimostrarne solo venticinque. Responsabile ed affidabile, Paolo è molto timido - l’avremmo visto baciare sua moglie forse una sola volta!
È il palestrato del gruppo, l’unico in grado di spararsi quattro ore di allenamento come una bevuta di Coca Cola. Fissato con i medicinali omeopatici, è il più grande cliente delle ditte che smerciano prodotti altamente biologici. La sua vacanza tipo? Un luogo dove la natura possa emettere i suoi suoni, senza interferenze alcune.
È uno che vivrebbe volentieri tra gli Amish senza dover soffrire di nostalgia per un cellulare, un pc o anche un televisore. Per ora è riuscito a convincere l’intera famiglia a trasferirsi in un paesino vicino Ancona, pur di comprare una casetta con attiguo appezzamento di terreno dove si ostina a coltivare, con scarsi risultati, le verdure da mettere in tavola.
“Se dovessimo vivere con le quattro foglie di insalata e i tre pomodori che riesce a raccogliere, moriremmo di fame”, è solita ripetere sua moglie.
È con questi motivi che si è guadagnato il nomignolo “Kinder cereali: una naturale energia”.
Sua moglie Ottavia, messa a confronto con lui, sembra quasi una marziana: è il suo esatto contrario. Quando inizia a parlare sembra non voglia finire mai. È sempre pronta a propinarti un consiglio, una ricetta, un nuovo modo di scolare la pasta: ecco perché siamo soliti chiamarla la tuttologa. Di nascosto da Paolo, il sabato pomeriggio accompagna le sue bambine al McDonald e non ci pensa due volte a versare un tappo di detersivo in più nello sportellino della lavatrice. La scena più comica avviene quando rientra a casa con le buste della spesa: si accerta che il marito non si trovi nei paraggi e con grande celerità scarta i surgelati appena acquistati, li mette a cucinare e intanto nasconde con abilità gli involucri sotto il mucchio dell’immondizia.
“Figurati se dopo una giornata di lavoro posso permettermi il lusso di pulire le verdure così come vorrebbe lui!”, si giustifica tra noi donne.
Non posso certo biasimarla: Paolo con il suo lavoro di rappresentante torna a casa solo dopo le sei del pomeriggio e lei si ritrova a gestire la casa, il lavoro e le figlie, senza contare che per scelta di lui vivono distanti dalle scuole che frequentano le bambine e dall’ufficio postale dove lei lavora!
Accanto alla loquace Ottavia che continua a sgranocchiare olive sotto l’occhio contrariato di suo marito - “sono piene di conservanti” sembra volerle dire - c’è Rodolfo o meglio “il Presidente dell’Accademia della Crusca” - titolo quanto mai appropriato, considerato il suo alto livello di preparazione nella lingua italiana.
È lui che, durante una delle nostre partitelle a Machiavelli, tira fuori uno di quei discorsi altamente filosofici inserendo tra le righe qualche termine arcaico che probabilmente non viene riportato nel Devoto neanche nell’edizione del 1965, facendo scattare la risata generale di tutto il gruppo. Ed è lì che, con animo affranto, tenta di spiegarci il significato del termine pronunciato, tra fischi, risate e battute.
Circa due mesi fa ha avuto l’audacia di presentarsi in aula di suo figlio Flavio con un foglio stampato da internet, lasciandolo sotto gli occhi sbalorditi della maestra: era uno scritto tratto dal sito ufficiale dell’Accademia della Crusca in cui era evidenziato che il verbo sognare, alla prima persona plurale, è correttamente scritto sogniamo e non sognamo, così come lei lo aveva corretto il giorno precedente sul quaderno del piccolo Flavio.
Forse abbiamo riso un intero sabato sera su questa storia, mentre lui si gasava all’idea di aver messo ko l’insegnante.
“La rovina del nostro Paese sono questi docenti che, con poca cultura, scaldano le sedie e insegnano castronerie ai nostri figli” ha concluso tra gli sguardi divertiti di noi tutti che attendevamo un conclusivo “capre!”, alla Sgarbi maniera, così come ogni tanto ci chiama. È l’opinionista del gruppo, colui che ha la capacità di trovare una soluzione ad ogni problema.
Che dire di sua moglie Carola? Lei è l’enigmatica: una donna simpatica, ma che spesso resta taciturna, si estranea dai nostri discorsi, quasi come se stesse planando in altri mondi. Ipocondriaca da far spavento, è un po’ sbadata e non ama i lavori manuali. Per l’amor di Dio: cucina, lava, stira, ma diciamo che non è sicuramente il suo punto di forza.
Chiamata da tutti l’elvetica, vista la sua eccessiva puntualità che sfodera agli appuntamenti, mi preme comunque sottolineare che è una persona molto sensibile, una che ho visto piangere dinanzi al film di Hanna Montana quel martedì in cui mi ha chiesto di andare con lei per accompagnare sua figlia Samuela.
È il turno di Tiziano che è appena riuscito, in meno di cinque secondi, a far indovinare alla sua squadra la parola tangentopoli (e poi dicono che non è vero che a loro maschietti sbucano fuori tutte le carte più semplici!).
Tiziano è il padrone di casa, colui che ha acquistato, con sua moglie Luna, una villetta a schiera situata alla periferia di Ancona, arredata con mobili e colori accostati tra loro e scelti con una cura, da far invidia all’editore di “Brava Casa”, da Luna che nella vita avrebbe potuto fare l’architetto con ottimi risultati.
Tiziano è l’ansioso, quello che si è già alzato quattro volte per andare a controllare i bambini che stanno giocando nella stanza attigua. È la persona più altruista che abbia mai conosciuto, tant’è che viene chiamato vampiro pipistrello. Basta chiedergli una mano e lui è lì, pronto a darti tutto il braccio. È il simpaticone, ha la battuta pronta ad ogni situazione. È il genere di persona che non ama le sostanze appiccicose e non sopporta la sabbia: come potrò mai dimenticare la sua faccia quando, qualche anno fa, venne a trovare Luna in spiaggia e per rispondere al cellulare fece cadere i soldi nella sabbia!!! Sembrava quasi che gli avessero chiesto di gettarsi in una di quelle vasche piene di animali schifosi che Paolo Bonolis è solito propinare ai suoi concorrenti in “Ciao Darwin!”
Luna è invece la persona che, al contrario del suo nome, sprizza solarità da tutti i pori. Non l’ho mai vista arrabbiata, anche nelle situazioni più difficili, è sempre pronta a rivolgerti un sorriso. È testarda e a tratti un po’ troppo padrona delle sue idee.
Poi ci siamo noi, le single del gruppo, anche se, fino a tre mesi fa l’onorificenza spettava solo a Tamara. Io arrivavo ai nostri incontri accompagnata da Diego, l’uomo con cui stavo da quattro anni; poi è arrivata una proposta di lavoro per Berlino e lui ha scelto di seguire il suo sogno: dirigere una multinazionale. Sapevamo bene che la distanza sarebbe stata struggente per cui, di comune accordo, abbiamo scelto di lasciarci prima di cadere nella trappola dei litigi generati dallo stress della lontananza. Considerato che l’amore regge a tutto devo ammettere che i nostri sentimenti, dopotutto,  non erano così profondi!!!
Tamara è invece la single convinta, quella che conosce un uomo e dopo due giorni si è già stancata. “Ho le mie abitudini, non accetto legami, per cui non voglio far soffrire nessuno”: è così che giustifica la sua scelta. Alta, bionda, è chiamata la vamp a causa del tipo di abbigliamento stravagante che è solita indossare.
E infine ci sono io: mi chiamo Ludovica, ho 34 anni, vivo ad Ancona da sei anni e cioè da quando ho iniziato a lavorare per la lovedress, in cui ancora oggi sono una precaria. Mi dico “passerà”, e ringrazio Dio perché comunque riesco a mantenermi da sola, cosa che al giorno d’oggi capita a poche persone della mia età.
E’ proprio alla lovedress che ho avuto modo di conoscere Luna (che si è poi licenziata dopo due anni per aprire il suo negozio) e grazie alla quale sono entrata a far parte di questo strampalato gruppo di persone che amano riunirsi per trascorrere una piacevole serata tra giochi di società e Karaoke.
È il momento della pausa e noi donne ci trasferiamo al piano di sopra, in cucina, per preparare il caffè. Come abitudine vuole, iniziamo a spettegolare e a parlare degli avvenimenti settimanali.
Ottavia ci racconta di aver incontrato Norma e Vittorio mentre uscivano da un negozio del centro.
“Eh, allora?”, chiede Tamara con curiosità.
“Lui sembrava abbastanza imbarazzato, mentre lei, come al solito, ha iniziato a parlare di tante cazzate, nominando con enfasi i loro nuovi amici e tutto ciò che organizzano insieme, sapete com’è fatta!”, racconta Ottavia mentre è intenta a tagliare il dolce all’ananas che Luna ha preparato.
“Sarà, ma io non capisco proprio il motivo del suo atteggiamento. Di punto in bianco ha preso a non chiamarci più e ad inventarsi scuse patetiche per non venire ai nostri incontri”, incalza Carola, sulla soglia della finestra mentre sta fumando la sua Merit.
“Il problema non siamo noi e lo sapete bene. Il problema è lei, che con tutti fa prima pappa e ciccia e poi si scoccia e ti scarica come un sacchetto di spazzatura”, ammette Luna.
“In effetti, pensando a tutte le storie che ci ha raccontato sulle loro vecchie amicizie, mi sorge il dubbio, anzi, ora ne ho la certezza, è lei che rovina le amicizie!” dico io, mentre prendo una pizzetta dal vassoio pronto per essere portato in taverna.
“Non per parlarne male, ma non pensate che forse con noi si sentiva un po’ fuori luogo? Era l’unica del gruppo che stava in casa e forse con i nostri discorsi si sentiva inadeguata” proclama Ottavia, spostandosi la ciocca di capelli dietro le orecchie.
“Ma va! Ma quale inadeguata! Non raccontiamo frottole; stava sempre a spasso con le sue amiche, si lamentava, come noi, di non riuscire a finire le faccende di casa o di far trovare la cena pronta, con la differenza che mentre noi povere stronze avevamo dirigenti che ci davano ordini in ufficio, lei faceva la vip” ammette Luna con un pizzico di cattiveria.
“Certo che non riusciva ad organizzarsi, era troppo impegnata a fare la Contessa Pia Bellentani”: la battuta di Tamara viene accolta con una risata generale.
“Chi è la vittima oggi?”, chiede Rodolfo entrando con passo felpato in cucina.
“In che senso?”, risponde sua moglie Carola.
“Nel senso: chi è oggi la persona su cui avete deciso di spettegolare e malignare?”.
“Noi non spettegoliamo e non maligniamo, parliamo solo delle nostre conoscenze e giudichiamo i caratteri”, esclama con un sorrisino ironico Tamara.
“E dai, lo sanno tutti che quando vi riunite in cucina trovate un capro espiatorio e lo prendete a sassate fino a quando non cade tramortito a terra. Anche la mia collega ha detto che la scorsa settimana, quando è stata a casa nostra, avete fatto diverse vittime”, replica Rodolfo.
“Prima di tutto dì alla tua collega che la prossima volta può rimanere benissimo a casa sua con quella mummia di marito che si porta dietro, e poi deve ringraziare la buona considerazione che ho di te e di Carola per non averle tirato un calcio nel culo, visto le battutine a doppio senso che lanciava a mio marito”: è Luna che ha preso la parola. Sì, Luna è la gelosa del gruppo, quella capace di graffiare con le unghie e mordere la vittima in caso di incontro ravvicinato con suo marito.
“Sei sempre esagerata. Cosa avrà fatto mai: non mi sono accorto di niente!” replica Rodolfo, che segue la processione di noi donne attente a portare vassoi e bevande giù in taverna.
“Quando mai ti accorgi di qualcosa! Se una donna te la sbattesse in faccia saresti capace di dire che stava solo cercando di fare amicizia!” ironizza Carola entrando in taverna.
“A pensarci bene, non per criticare, ma la tua collega non mi sembra molto normale: è arrivata a casa tua e sembrava quasi che dovesse andare al provino per le veline di Striscia la Notizia”, si intromette Ottavia.
“Quanto siete maliziose!” dice con enfasi Paolo che si appresta a prendere posto sul divano.
“Non siamo maliziose. Siete voi che fate i finti tonti” decreta Luna, mentre versa la Coca-Cola ai bambini.
“Comunque, a proposito di colleghi, la prossima settimana vorrei invitare un tizio che è arrivato da poco in ospedale. È uno scapolo ed è anche un bel ragazzo!” proferisce Rodolfo guardandomi.
“Ti ringrazio per il pensiero ma rifiuto l’incontro per tre buoni motivi. Il primo è che conosco i tuoi gusti per cui quando dici che si tratta di un bel ragazzo significa che incontrerò la copia di Isaia. Il secondo è che per il momento non sono in cerca di uomini e il terzo è che il prossimo fine settimana tornerò a casa”.
“Scusa, ma quando parti?” chiede Ottavia.
“Sabato ad ora di pranzo”, rispondo.
“E dovresti tornare?” incalza Ottavia.
“Domenica pomeriggio: devo presentarti l’itinerario completo e magari al ritorno esibirti il ticket dell’autostrada?”, le chiedo con ironia.
“Simpatica la ragazza. Era solo per organizzarci. Se torni un po’ prima possiamo organizzare per domenica a pranzo così magari facciamo un pomeriggio di Karaoke”, prova a convincermi Ottavia.
“Non lo so. Magari ci penso e, comunque, accetto l’invito solo se Rodolfo decide di dimettersi dalla carica di Cupido”.
“Lo sai com’è fatto mio marito. Si preoccupa per voi single e fino al giorno in cui non ti avrà trovato un uomo ci proverà sempre a propinartene uno”, canzona Carola.
Alla fine mi lascio convincere dalle insistenze di tutti e programmiamo per domenica a pranzo a casa di Paolo e Ottavia con annesso Isaia al seguito.
Piano piano, tutti cominciano ad alzarsi e a salutare. Resto qualche minuto in più per aiutare Luna e poi con un velo di solitudine mi decido a tornare a casa anch’io.
Chissà quando mi abituerò a vivere con meno dolore questa fase di zitellaggio. Ormai devo farmene una ragione: trovare un uomo a 34 anni comincia a diventare un’impresa ardua. È una fase della vita in cui non si accettano compromessi per cui, o hai la fortuna di imbatterti nell’altra metà della mela sparsa per il mondo (statisticamente è più probabile vincere al Superenalotto) oppure resti single a vita.
La seconda opzione mi lascia un velo di amarezza perché amo vivere una vita a due e vorrei avere dei bambini che corrono per casa e tutte le menate varie che vedo nelle vite dei miei amici.....

CHE VI DICEVO????

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