Tanti baci dalla Mesmenia

Di regola, quando entro in libreria per acquistare un libro che possa allietare le mie, poche ma piacevoli, ore di evasione, mi lascio rapire dal desiderio di masticare le prime pagine, al fine di poter capire se sia "en pendant" con lo stato emozionale del momento.
Ma non posso negare che, qualche volta, gli acquisti delle parole stampate su fogli di carta, raccontate dalle menti creative di qualche scrittore, li effettuo nelle stesse ed identiche modalità con cui vivo le emozioni: "di pancia".
Che sia un particolare della copertina, o che sia un titolo a stuzzicare la mia curiosità, poco importa, ma d'istinto passo subito alla cassa ad elargire, alla commessa di turno, non solo la cifra che compare sulla quarta di copertina, ma anche il sorriso e lo sguardo di compiacimento per aver effettuato un buon acquisto.
E comincia così il mio frenetico programma mentale, con cui cerco di catalogare, tra i vari impegni quotidiani, lo stralcio di tempo in cui potrò immergermi nel viaggio letterario tanto auspicato.
Di fatto, qualche volta, la scelta di pancia si è poi rivelata una grande delusione con conseguenze cariche di sensi di colpa e rimorsi per aver speso in qualcosa di poco appagante.
E' d'istinto che ho iniziato a desiderare "tanti baci dalla Mesmenia", dal primo momento in cui ho intravisto la foto sul profilo di Instagram della Feltrinelli, qualche giorno prima delle festività pasquali.
Sarà stata quella matrioska, la più piccola (che in Ucraina viene chiamata "seme"), che ammicca con il suo occhio destro mentre è fieramente immersa nelle pance vuote delle sue sorelle e di sua madre.
O sarà stato quel titolo che sapeva tanto di cartolina da viaggio che, nostalgicamente, mi ha riportata indietro nel tempo in cui provavo un enorme piacere nel riceverne.
O sarà stato quel bollino bianco, serigrafato, in basso a destra della copertina, che recita una frase allettante "questo romanzo ti farà felice", fatto sta che mi sono ritrovata a desiderarlo fino al punto da lasciarne segni evidenti in giro per casa in modo da far intendere che sarebbe stato fortemente gradito come regalo da affiancare al rinomato uovo di Pasqua annuale.
La strategia degli indizi ha sortito gli effetti desiderati al punto che, la mattina di quella domenica in cui ricorre la resurrezione di Gesù, i miei occhi si sono riempiti di gioia, nel vedere la piccola matrioska che mi ammiccava accanto alla sagoma di un uovo di cioccolata, confezionato in una sbalorditiva carta colorata dalle diverse tonalità del fucsia e del viola ☺☺.
L'idea di dedicarmi nell'immediato alla lettura dell'ambito libro mi ha invaso l'anima per quasi una settimana senza trovare un piccolo spazio di tempo necessario per poter cominciare. 
Il fatidico momento è arrivato in quel giorno dedicato alla festa della Liberazione della nostra Bella Italia: tra una lavatrice e un giro di sugo nella pentola, ho iniziato a varcare la soglia di quel magico libro tanto decantato come elargitore di felicità.
Arrivata alla terza pagina, dove il protagonista afferma che la Mesmenia è un piccolo Stato formatosi a seguito della disaggregazione dell'Ex Unione Sovietica, ho provato un piccolo senso di smarrimento, o meglio, ho iniziato a preoccuparmi per essere caduta nella rete del declino di memoria, ma ho tirato un sospiro di sollievo nell'apprendere, da Google, che gli studi e le ricerche affrontati negli anni delle superiori sugli Stati costituiti dall'ex Russia, grazie all'allora professore di geografia, non fossero un lontano ricordo macchiato dallo scorrere del tempo: la Mesmenia è una licenza dell'autrice, uno Stato che non esiste, uno Stato che Fabienne Betting ha genialmente ideato nella sua mente.
La terza pagina ha dunque rappresentato l'unica fermata di sosta di questo viaggio durato meno di due giorni intento a raccontare la vita di Thomas Lagrange.
Non starò qui a descrivere l'evolversi degli eventi perché semmai qualcuno volesse deliziarsi a leggerlo sarebbe del tutto ingiusto togliergli il gusto di assaporare la storia raccontata attraverso la semplicità dell'autrice.
Ebbene è proprio la semplicità il tema che voglio evidenziare del libro: in modo semplice l'autrice mi ha presentato il suo protagonista e tutti i personaggi che lo hanno accompagnato nella sua storia. 
Un romanzo che semplicemente racconta di errori.
Errori di traduzioni, nel caso del libro, ma di cattiva interpretazioni nel caso della realtà tra esseri che parlano la stessa lingua, 
Errori di vita che tutti potremmo commettere o aver commesso. 
Errori raccontati e dipinti come una vignetta comica, capaci di elargire il buonumore. 
Ecco perchè Le Nouvel Observateur lo ha recensito affermando che: "Tanti baci dalla Mesmenia mette così di buonumore che dovrebbe essere disponibile senza ricetta in tutte le farmacie".
Trovare il lato comico dei propri errori, alle volte, è molto più terapeutico del restare fermi a rimuginarci sopra, cercandone magari di capirne le cause e provando forti sensi di colpa. 
Un errore può trasformarsi in un successo e ci rende migliori, perché si cresce, si migliora, perché si può sempre chiedere scusa, rimediare, farsi perdonare e sperare in qualcosa di nuovo, di grande, qualcosa che apra nuovi spazi e nuovi orizzonti, perché così come diceva il poeta inglese Alexander Pope, "un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di ammettere che ha sbagliato, che non è altro che dire che oggi è più saggio di quanto non fosse ieri".
Tanti baci dalla Mesmenia 

RDI




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